TUTTE LE CRITICITÀ DEL MERCATO ENERGETICO ITALIANO

ALLA RICERCA DI UN FILO CONDUTTORE

A cura di AIGET - Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader

AIGET, nata nel 2000 con l’inizio delle liberalizzazioni dei mercati energetici italiani, rappresenta gli interessi dei nuovi operatori affacciatisi come fornitori, grossisti, trader e shipper nei settori del gas naturale e dell’energia elettrica. Ecco le posizioni dell’Associazione nei confronti delle maggiori criticità presenti nel mercato dell’energia elettrica che, pur ad uno stadio evolutivo ormai avanzato, mantiene una serie di spinte involutive che minacciano i risultati ottenuti e la competitività a livello europeo.


Salviamo il ruolo del mercato
La quota contendibile sul mercato dell'energia elettrica che transita nel sistema italiano è sempre più ridotta. Impianti essenziali, fonti rinnovabili ed energia raccolta direttamente dal GSE non formano un prezzo sul mercato e sottraggono significatività ai prezzi che ne derivano. Si riduce così il naturale effetto competitivo e di efficienza di allocazione per cui questi stessi mercati sono stati introdotti con la liberalizzazione.
Per questo serve ribadire la fiducia negli strumenti di mercato applicati all'energia elettrica, modificandone se necessario, il design per tenere conto del nuovo e molto diverso contesto (maggior fabbisogno di flessibilità e capacità di
riserva, maggior presenza di impianti incentivati e a costi variabili nulli).

Ognuno faccia il suo lavoro
Mercato è anche concorrenza, senza conflitti di interessi, e netta separazione tra attività in monopolio legale e competitive. Separazione che sarà però violata, per esempio, se Terna realizzerà o gestirà sistemi di accumulo, facendoli pagare in tariffa (remunerati oltre il 10% del capitale investito in questo periodo regolatorio), previsti nelle proposte di Piani di Sviluppo 2011 e 2012 non ancora approvate dal Governo per quanto ne sappiamo. Una simile scelta, se attuata, metterà Terna al centro di clamorosi conflitti di interessi, a partire da quello nel mercato dei servizi di dispacciamento, dove il gestore della rete, che è l'acquirente unico di tutti i servizi e l'unico detentore di tutte le informazioni rilevanti, diventerebbe anche operatore dell'offerta.
E quand'anche si volessero ignorare gli effetti anticompetitivi della campagna di
investimento in batterie, occorre sollevare l'allarme dei suoi costi, laddove un recente studio RSE mostra come i sistemi di accumulo elettrochimici, che per molti servizi sono sostituibili agli impianti di generazione esistenti, sono rispetto ad essi decisamente più costosi. Riguardo a questo, riteniamo doveroso ringraziare l’Autorità per l’energia elettrica e il gas e Terna per aver reso di dominio pubblico e posto in consultazione anche l'analisi costi-benefici delle batterie allegata al piano di sviluppo rete 2012.
Per quanto riguarda invece i servizi di flessibilità non fornibili dal parco esistente, dovrebbero essere i mercati secondo noi a realizzare le eventuali nuove strutture necessarie, attraverso gli investimenti privati ed eventualmente in un modello regolatorio riformato. Ma più di tutto, in uno scenario di overcapacity, è necessario sbottigliare i nodi critici della rete rendendo sufficiente il parco attuale.

Rinnovabili, efficienza,
incentivi
Il recente scontro dialettico tra i sostenitori degli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche e i contrari, se è stato utile ad accendere l'attenzione su una delle componenti del costo dell'energia, rischia secondo noi di portare a travisamenti. Non è infatti in discussione la necessità di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, né il ruolo centrale che le rinnovabili avranno per raggiungerlo. È un fatto però che gli incentivi siano sganciati dai costi e asimmetrici a favore delle rinnovabili elettriche e in particolare del fotovoltaico, e troppo deboli sull'efficienza, che include forme di autoconsumo e di generazione distribuita, il cui rapporto con i mercati all'ingrosso può essere efficacemente gestito dai grossisti-aggregatori senza bisogno di accessi privilegiati a servizi del GSE. Segnaliamo inoltre l’antieconomicità e l’incoerenza, nell’ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili, di ulteriori incentivazioni alla nuova cogenerazione di dimensioni rilevanti, settore in cui si profila il rischio di svincolare gli incentivi da un reale risparmio per il sistema.
Occorre quindi proseguire nell'azione di riforma, definendo con tempestività e visione di lungo periodo anche il nuovo Conto Termico, al fine di ottenere un riequilibrio degli incentivi e forme ragionevoli di responsabilizzazione, per esempio in termini di approvvigionamento della riserva su mercati a termine.

Credito e credibilità
Riteniamo che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas debba continuare ad adoperarsi al fine di aiutare i retailer a difendersi dal crescente rischio credito. I fattori che contribuiscono a tale rischio sono come noto molteplici e possono essere affrontati solo con pesanti scelte strategiche: ad esempio relativamente ai clienti provvisti di partita IVA che non abbiano pagato il proprio fornitore, nel caso in cui la somma dovuta superi una determinata soglia, riteniamo non debba essere concesso il passaggio alla concorrenza fino al saldo del debito (il Sistema Indennitario sta raggiungendo complessità elevate senza risolvere il problema alla radice e senza porre il soggetto moroso nelle condizioni di pagare). In caso contrario, quantomeno per i clienti provvisti di P.IVA (e ovviamente non rientranti in categorie protette), non vedremmo altra soluzione se non il distacco. Riteniamo che le modalità di gestione della morosità già adottate in altri Stati membri dell’UE (ad esempio la Gran Bretagna) possano offrire chiavi interpretative della normativa europea in materia in grado di indicare soluzioni più incisive (pur nel completo rispetto della tutela dei clienti finali onesti e con l’adeguata gradualità che permetta agli stessi di godere di piani di rientro agevolato). In tal senso ribadiamo quanto auspicabile sia la rapida predisposizione di una black list che offra ai fornitori entranti la possibilità di ponderare il rischio sotteso all’acquisizione di clienti fortemente morosi o recidivi. In una contingenza economica come l’attuale una tutela illimitata ed irragionevole del cliente non solo rischia di portare sul baratro i fornitori, ma anche di favorire la diffusione del fenomeno della morosità.
Nell’ottica di migliorare la fiducia tra fornitori e clienti valutiamo molto positivamente l’iniziativa dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas volta ad affrontare la questione della qualità commerciale, penalizzata dal fenomeno dei cosiddetti contratti non richiesti. Riteniamo indispensabile che la qualità commerciale sia perseguita anche attraverso interventi e strumenti che agiscano direttamente su chi detiene più da vicino il rapporto con il cliente finale (es. agenzie di rappresentanza ovvero rivenditori) e pertanto, al fine di monitorare l’operatività di tutti i soggetti, consideriamo opportuna la predisposizione di un vero e proprio albo degli agenti di vendita.

Qualità e quantità
delle informazioni
Apprezziamo le iniziative anche di recente intraprese dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas volte a proseguire nel processo di standardizzazione dei flussi dati, propedeutico all’attesa partenza del Sistema Informativo Integrato, e di semplificazione/razionalizzazione dei flussi informativi richiesti agli operatori, troppo spesso ridondanti e sovrabbondanti in un’ottica precauzionale che parrebbe talvolta trascendere la reale utilità di tali informazioni.
Evidenziamo tre concrete migliorie che riterremmo urgenti:
- semplificare il discernimento delle componenti del prezzo dell’energia;
- migliorare le prestazioni del sistema offrendo agli operatori informazioni tempestive (ad esempio permettendo l’invio da parte di Terna di stime relative al segno zonale o perlomeno del dato subito dopo la certificazione da parte dei distributori);
- rendere attive tutte le misure sanzionatorie già previste volte a disincentivare la trasmissione di dati scorretti o tardivi.



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