La parola d'ordine è qualità
Con la crisi che continua a mordere le aziende, per gli impenditori è sempre più importante presentarsi al mercato con tutte le carte in regola. Federico Grazioli, presidente di Accredia, l'ente italiano per l'accreditamento, svela i vantaggi di una buona certificazione.
D:Con la crisi che continua a mordere le imprese, presentarsi competitivi sul mercato e agli occhi di clienti o potenziali partners, è ormai fondamentale. In questo senso in che modo ‘certificare la qualità’ può facilitare questo processo?
R: La qualità resta una parola chiave delle produzioni made in Italy. Anzi, viene considerata come una delle principali leve strategiche per operare nella fase di crisi. È questo emerge in modo chiaro dall’Osservatorio Accredia-Censis che abbiamo presentato qualche giorno fa a Roma.
Per affrontare un momento di crisi, come quello che vivono oggi le imprese, è importante fornire loro strumenti efficaci che possano aiutarle a presentarsi competitive sul mercato nazionale ed internazionale.
In questa prospettiva le certificazioni Iso 9001 risultano un investimento utile tanto più se, da una parte, il sistema, garantito da Accredia, assicura la competenza e l'imparzialità degli organismi che rilasciano tali certificazioni, corroborate dal valore del nostro accreditamento, e, dall'altra, la Pubblica Amministrazione saprà tradurre sul piano operativo il principio, fissato solo sulla carta, che attribuisce alle certificazioni di qualità il ruolo di alleggerire il carico burocratico che oggi grava sulle imprese.
D: Certificazioni alla mano l'impresa è più forte dinnanzi al mercato, specialmente quando ci si misura con competitor stranieri. Sorge però spontaneo chiedersi se tutto questo funzioni, in un certo senso, anche con le banche, al fine di ottenere il credito.
R: Buona parte della crescita delle nostre esportazioni, pur nella fase di crisi grave in cui versa la nostra economia, è determinata dall'elevata qualità che all'estero è riconosciuta ai prodotti italiani. La certificazione non è ovviamente l'unico strumento per mantenere elevata la capacità competitiva dell'impresa, ma certamente aiuta a tenere meglio sotto controllo molte variabili strategiche interne, a razionalizzare i processi e ad operare secondo standard che oggi i mercati esteri pretendono.
Il rapporto con le Banche è un aspetto delicato in cui lo strumento della certificazione rilasciata sotto accreditamento sicuramente può funzionare come indicatore positivo tra quelli presi in considerazione dagli Istituti di credito. D’altro canto precedenti indagini, elaborate, sempre in collaborazione con il CENSIS, hanno dimostrato anche che le imprese certificate ISO 9001 presentano performance migliori almeno sotto il profilo della redditività e della gestione corrente delle imprese: indici come il Roi ed il Roe, o la rotazione del capitale circolante e la gestione dei crediti si rivelano sistematicamente migliori presso le imprese certificate rispetto ad imprese prive di certificazione.
D: Gli ultimi dati diffusi dall'osservatorio Censis-Accredia testimoniano come il ricorso alle certificazioni sia in crescita, nonostante la recessione. Quanto pesa il ricorso a tali strumenti in una logica di ripresa?
R: Il 73% delle piccole e medie imprese certificate ritiene che l’Iso 9001 contribuisca a migliorare le prestazioni dell’azienda e a risparmiare sui costi. E il 14% considera questo tipo di certificazione come una scelta strategica che ha permesso di compiere un vero salto di qualità. Solo l’8% non attribuisce nessuna utilità alla certificazione e appena il 5% la considera un appesantimento burocratico.
Non è un caso che dallo studio emerga che gran parte delle aziende analizzate, soprattutto quelle di piccole dimensioni, vedono nella certificazione Iso 9001 uno strumento per partecipare in modo adeguato a gare d'appalto. Questo vale per il mercato interno, ma anche per molti mercati esteri a cui le imprese italiane oggi guardano
19/04/2013
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